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DDL Zan? Stop all'esame degli articoli ed emendamenti

Ieri, 27 ottobre 2021, il Senato ha votato a favore dello stop all'esame degli articoli e degli emendamenti del DDL Zan contro l'omotransfobia: 154 senatori a favore, 131 contro e due gli astenuti.

I Senatori di Fratelli d’Italia e Lega hanno richiesto di votare la possibilità, data dall’articolo 96 del Regolamento del Senato, in base al quale «prima che abbia inizio l’esame degli articoli di un disegno di legge, un senatore per ciascun gruppo può avanzare la proposta che non si passi a tale esame». La richiesta è stata giudicata ammissibile dalla Presidente Casellati e così i detrattori hanno avuto la meglio.

Il risultato del voto -segreto, che ha permesso ad alcuni di andare contro la linea di partito o di alleanze- ha dato vita all’agghiacciante esultanza dei deputati di centrodestra, che hanno applaudito e ballato sulle ormai ceneri di un disegno di legge a favore della tutela omosessuali, transessuali, donne e disabili. Un triste epilogo, dopo mesi di attacchi al ddl con argomentazioni del tipo “vogliono far cambiare sesso ai bambini”, “sarà vietato chiamare mamma e papà i genitori”, “insegneranno l’ideologia gender nelle scuole (che ancora non si è capito cosa sia)”.

"È così che muore la libertà: sotto scroscianti applausi". Abbiamo visto come una parte della politica, quella che a giudicare dalle ultime amministrative non sembra essere neanche così rappresentativa del Paese, esultare vittoriosa di aver ancora una volta allontanato l’Italia da un obiettivo che ci viene richiesto anche dall’Europa. Sono applausi che fanno male perché rappresentativi di quell’odio verso il prossimo su cui si basa parte del loro consenso elettorale, quello che parla per slogan ad una certa parte di Paese, un odio che con questa legge sarebbe stato punibile severamente, ma che invece, per ora, potrà continuare a dilagare. Hanno combattuto perché nessuno insegnasse ai bambini di oggi e di domani che discriminare è sbagliato.

Hanno bocciato un disegno che avrebbe, certo, supportato i cittadini LGBTQ+, vittime negli ultimi 10 mesi di oltre 100 aggressioni di vario tipo, ma anche delle persone disabili -che dà notizia degli ultimi giorni vedranno anche maggiori restrizioni per l’assegno di assistenza mensile dedicato a chi di loro è possibilitato a lavorare- e delle donne.

In centinaia di città italiane già da oggi sono organizzate manifestazioni per protestare questa azione, nella speranza che si possa tornare sul percorso svolto fin ora e portare a termine l’iter del ddl.

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