Stolen generation : una porzione di storia australiana che molti hanno dimenticato, ma che dovrebbe essere monito per il futuro.
La generazione rubata – o stolen generation – si riferisce a quei bambini australiani aborigeni allontanati dalle loro famiglie in modo forzato da parte dei governi federali australiani e da missioni religiose con l’obiettivo di rieducarli secondo la cultura dei bianchi. Un goffo e brutale tentativo di tutelare la popolazione avviando a una vita civile i bambini mezzosangue – figli di madre aborigena e padre bianco - e confinando in riserve gli aborigeni purosangue. Il governo pensava infatti che il modo di vivere primitivo degli indigeni fosse dannoso e non costruttivo per i bambini e che fosse quindi necessario tutelarli per evitarne il declino, portandoli in orfanotrofio o affidandoli a famiglie bianche.
Ma in realtà questa pratica celava la paura di una mescolanza etnica e la volontà di raggiungere una purezza razziale, considerando la cultura bianca superiore. Queste pratiche razziste erano tutelate dalle leggi federali, sono state diffuse nella seconda metà dell’Ottocento per poi essere protratte per quasi un secolo, in alcuni luoghi fino agli anni Settanta.
L'autore ha voluto dare giustizia a una generazione derubata delle proprie origine e di ogni suo diritto naturale, riportando alla luce una parte di storia che é stata confinata nel dimenticatoio.
Il film racconta di tre ragazzine, Molly, Daisy e Gracie, confinate con altri gruppi di bambini nell'insediamento di Moore River, dopo essere state prelevate dall'insediamento nativo di Jigalong. La più grande, Molly, convince le altre due a fuggire per cercare di far ritorno al loro villaggio. Viene raccontata quindi la straordinaria fuga a piedi nudi, di oltre 1.500 miglia, attraverso sterminate pianure e deserti: un' avventura quasi impossibile per tre giovani della loro età, con molti episodi avvincenti ma anche provanti, il tutto avendo come unico riferimento la lunga rete di protezione che anni prima i colonizzatori bianchi avevano costruito per difendere i pascoli e i terreni coltivati dai conigli selvatici (lo "steccato a prova di coniglio" del titolo originale della pellicola si riferisce appunto a questa barriera.) Solo Gracie sarà ripresa. Molly e Daisy riusciranno a ritornare a casa. In seguito, Molly sposerà un aborigeno da cui avrà due figlie. Una di queste, Doris Pilkington Garimara, è l'autrice del libro da cui il film è tratto.
Il caso della generazione rubata è una delle derive più violente e più agghiaccianti che il colonialismo come politica di espansione territoriale ha assunto nella recente storia internazionale: infatti emerge con chiarezza la ratio di questa pratica volta all'occidentalizzazione in termini razziali della popolazione australiana. È dunque evidente la volontà di annientare un'intera popolazione violando in modo sistematico ogni diritto umano.
Solo a metà anni Novanta è stata avviata un’inchiesta che ha definito la pratica come “genocidio” e “crimine contro l’umanità” e solamente qualche anno fa il governo australiano ha chiesto scusa agli indigeni per il triste capitolo, considerato uno dei più clamorosi e meno citati casi di razzismo della storia moderna a danno di una popolazione.
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